CARTAPESTA – CARNEVALE DI FANO IL FILM di Andrea Lodovichetti

Sabato 23 novembre16.00

Il Carnevale più antico d’Italia, ricordi, filmati, un immaginario potentissimo radicato nei secoli in una città: Fano. Una tradizione, quella della cartapesta, e maestri carristi che, generazione dopo generazione, hanno saputo costruire tra creatività, ingegneria e manualità dei palcoscenici viaggianti chiamati carri. Una maschera, il Vulòn, e il suo incontro con un bambino. Lui non sa nulla del Carnevale di Fano. Chi meglio di una maschera per accompagnarlo tra sfilate, costumi e dolciumi e per raccontargli che in fondo il Carnevale non è solo un Carnevale ma qualcosa di più, un sentimento, uno stato d’animo che scalda il cuore di un territorio e di una città. E mentre la settimana del Carnevale si avvia alla fine, qualcuno è già pronto ad un nuovo inizio. Fonte: cinelive

PULP FICTION di Quentin Tarantino

Lunedì 18 novembre21.00   
Martedì 19 novembre21.00 VERSIONE ORIGINALE SOTTOTITOLATA IN ITALIANO
Mercoledì 20 novembre21.00   

La Storia

Appuntamento al cinema il 18-19-20 novembre per vedere sul grande schermo la versione restaurata del film, per danzare di nuovo con John Travolta e Uma Thurman sulle note di You Never Can Tell di Chuck Berry e rivivere le avventure di personaggi entrati in maniera indelebile nell’immaginario collettivo: dai gangster Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield (Samuel L. Jackson ) alla conturbante moglie del boss Mia Wallace (Uma Thurman), al pugile Butch Coolidge (Bruce Willis), l’indimenticabile “risolutore” Mister Winston Wolf (Harvey Keitel), i ladri Ringo “Zucchino” e Yolanda “Coniglietta” (Tim Roth e Amanda Plummer), e poi ancora il capitano Koons (Christopher Walken), Buddy Holly (Steve Buscemi) e lo stesso Quentin Tarantino… Un cast stellare per un titolo che ha fatto la storia del cinema degli anni Novanta. Uno dei film più citati e amati di sempre, un mix di azione, violenza e humour mai visti prima, un successo planetario che con il suo stile rivoluzionario e con il suo linguaggio originale ha consacrato Tarantino come star del cinema dopo lo strepitoso esordio con Le Iene.

STOP MAKING SENSE di Jonathan Demme

Lunedì 11 novembre21.00
Martedì 12 novembre21.00
Mercoledì 13 novembre18.30

Stop Making Sense. 40 Anniversary Experience è il progetto speciale che celebra l’omonimo film dei Talking Heads a 40 anni dall’uscita, il più grande film concerto di tutti i tempi, una pietra miliare dei documentari rock realizzata dal regista Premio Oscar® Jonathan Demme.

Stop Making Sense. 40 Anniversary Experience debutterà il 19 ottobre alla Festa del Cinema di Roma (16-27 ottobre) per la Stop Making Sense Special Night, una serata al Teatro Olimpico con Jerry Harrison, storico chitarrista dei Talking Heads, e James Mockoski, responsabile del restauro del film.

Si proseguirà poi in tutta Italia con Stop Making Sense Tour Party in cui gli spettatori saranno invitati a rivivere il live del 1983 come se fossero ad un vero e proprio concerto!

Jonathan Demme ha scelto di non aggiungere interviste o contributi extra nel film concerto, ma di far rivivere l’atmosfera unica di quei concerti al Pantages Theater di Hollywood con una musica senza tempo e una scenografia curata nel dettaglio. Per questo il film si presta a diventare protagonista di imperdibili party in pieno stile anni ’80! A dare un assaggio del film è il trailer online dal 3 ottobre, con le immagini più iconiche accompagnate dalle note di hit come “Psycho Killer”, “Life During Wartime” e “Once in a Lifetime

Il primo Stop Making Sense Tour Party il 24 ottobre all’Alcatraz, all’interno del calendario della nona edizione di JAZZMI 2024, sarà un’anteprima indimenticabile con i dj set di Luca De Gennaro Tommaso Toma, la proiezione del film accompagnata da un impianto luci che enfatizzerà l’atmosfera da concerto, ospiti speciali, merchandising da collezione e nonsense surprises che trasformeranno la venue in un dancefloor anni ‘80.

Dopo Milano, Stop Making Sense Tour Party prosegue nei club e nei teatri italiani per altre quattro serate indimenticabili all’insegna della grande musica grazie alle iconiche e travolgenti hit che faranno ballare tutto il pubblico.

Il film arriverà anche al cinema solo l’11, 12 e 13 novembre, in 4K e audio Dolby Atmos 7.1 con la Cinema Experience (elenco sale a breve su nexostudios.it e apertura prevendite dal 16 ottobre). L’invito per il pubblico sarà quello di partecipare a tutti gli appuntamenti con un dress code ispirato al film e alla musica degli anni Ottanta per reimmergersi nelle atmosfere di quell’ottobre 1984 in cui il film fece il suo debutto internazionale.

Innovativi all’epoca, tra i più imitati oggi, i Talking Heads tornano così al centro della scena con il progetto Stop Making Sense. 40 Anniversary Experience che farà rivivere e approfondire la band che più di tutte ha rivoluzionato l’apparato creativo nel mondo della musica, fondendo influenze musicali disparate, creando strutture compositive non convenzionali e amplificando la creatività di visual e performance.

Stop Making Sense racconta la performance della band al Pantages Theater di Hollywood nel dicembre del 1983, quando David Byrne, Tina Weymouth, Chris Frantz e Jerry Harrison, insieme a un ensemble di eccezionali musicisti di supporto, si esibiscono all’apice del successo. La nuova edizione del film – completamente restaurata in 4K (la prima revisione era del 1999), supervisionata da James Mockoski di American Zoetrope e distribuita in Italia grazie alla collaborazione tra Nexo Studios e A24 – include una colonna sonora totalmente rimasterizzata, curata dallo stesso chitarrista e tastierista dei Talking Heads, Jerry Harrison, ed è stata presentata lo scorso anno al Toronto International Film Festival.

Definito come “il miglior film concerto che abbia mai visto” da The Village Voice e “una dose di felicità dall’inizio alla fine” da The New Yorker, Stop Making Sense fu girato nel corso di tre notti al Pantages Theatre di Los Angeles, dove Demme e la sua troupe catturarono l’energia e l’eccentricità dello show dal vivo dei Talking Heads, concepito ed eseguito con precisione, e tutte le sue brillanti trovate. La gag esistenziale di Byrne inghiottito dal suo “Big Suit”; il lirismo delicato di “Genius of Love” del Tom Tom Club; la ginnastica ipnotica e sincronizzata della band e dei suoi instancabili coristi. Evitando di aggiungere interviste – e assicurandosi così che gli “unici” Talking Heads a raccontarsi fossero quelli sul palco – Demme ridisegnò efficacemente i confini dei documentari rock al punto che, ancora quattro decenni dopo, STOP MAKING SENSE rimane un punto di riferimento del suo genere, una pietra miliare a cui ci si può ispirare ma che non si può imitare.

Stop Making Sense. 40 Anniversary Experience è un progetto ideato in esclusiva per l’Italia da Nexo Studios e A24 in collaborazione con Ponderosa Music & Art. Media partner Radio Capital e MYmovies.

C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA – di Sergio Leone

Lunedì 28 ottobre20.30
Martedì 29 ottobre20.30

Momenti nelle vite dei componenti di un piccolo gruppo di gangster di New York distribuiti su circa 40 anni. La storia, narrata con frequente uso di flashback e flash forward, è incentrata su David “Noodles” Aronson e i suoi compagni di sempre (sono cresciuti insieme nel Lower East Side): Cockeye, Patsy e Max. Si va dagli Anni Venti al tramonto del Proibizionismo per finire agli Anni Sessanta quando Noodles, ormai anziano, torna a New York. Tutto ciò non necessariamente in quest’ordine.
C’era una volta in America non è un film sui gangster. È un film sulla nostalgia di un determinato periodo, di un determinato tipo di cinema, di una determinata letteratura. Sono certo di aver fatto “C’era una volta il mio cinema” più che C’era una volta in America“. Così Sergio Leone su uno dei capolavori più maltrattati della storia del cinema. Il regista non aveva il diritto di final cut e la distribuzione americana rimaneggiò il film in più modi fino allo scempio di risistemare la narrazione in ordine cronologico. Se c’è un film in cui il flusso temporale legato ai ricordi, ma al contempo annebbiato da un presente che si disperde nelle volute di fumo dell’oppio, è fondamentale, quel film è C’era una volta in America . Il capolavoro di Leone ha trovato una versione definitiva in cui vengono reinseriti ben 26 minuti reintegrandoli nella giusta collocazione e portando così il film alla sua vera durata. La violenza che il film non ci risparmia si conferma come elemento costitutivo di Noodles, un uomo ‘inadatto’ al presente dal quale vorrebbe sottrarsi per restare ancorato a dei ‘valori’ che ha visto scomparire un po’ alla volta. Ispirato all’autobiografia “Mano armata” di David Aaronson pubblicata da Longanesi nel 1966, il film (e di, va ricordato, sceneggiatori come Leo Benevenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco “Kim” Arcalli, Franco Ferrini e lo stesso Leone) scardina ogni linearità narrativa per entrare nello sguardo e nella memoria di un uomo a cui il ricordo porta al contempo sollievo e sofferenza. È un film proustiano nel senso più pieno del termine C’era una volta in America. Proustiano nel suo ‘farsi’ ma anche nel suo riproporsi. Offrendoci un’opportunità per ripensare, a 28 anni di distanza, non solo al cinema che, secondo Leone, non c’era più ma anche al ‘suo’ cinema. Che non c’è più. Senza facili nostalgie ma con un po’ di rimpianto

FRANKENSTEIN JR – 50° ANNIVERSARIO di Mel Brooks

Martedì 29 ottobre21.00
Mercoledì 30 ottobre21.00

FRANKENSTEIN JUNIOR IN 4K. IL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO AL CINEMA. Una storia già vista, e infatti si tratta del film di cui non ci stancheremo MAI. Lo dimostrano i risultati di un box office che ogni anno ci sorprende con incassi da record, frutto di un incontenibile entusiasmo che si tramanda di fan in fan, rinnovandosi di generazione in generazione.

Eppure, quello di quest’anno è un appuntamento diverso da tutti i precedenti. Perché il 29 e 30 ottobre in tantissime sale italiane sarà il momento di celebrare i 50 anni di FRANKENSTEIN JUNIOR, un capolavoro uscito nel 1974 che torna al cinema per la prima volta in 4K per un’esperienza immersiva più divertente che mai. Nelle sale l’invito è quello di anticipare i travestimenti di Halloween e partecipare alla più incredibile festa di compleanno del Dottor Frankenstein mai organizzata, vestendo i panni suoi (come fece l’indimenticabile Gene Wilder), quelli dell’aiutante Igor (interpretato da Marty Feldman), ma anche quelli della tremenda Frau Blücher (Cloris Leachman) o della candida Inga (Teri Garr). Senza contare che i più audaci potranno senz’altro impersonare La Creatura (come fece Peter Boyle). Pronti a spegnere tutti insieme (e poi rimettere a posto, come dice il film!) le 50 candeline di uno dei film più amati di sempre.

FRANKENSTEIN JUNIOR è una commedia raffinata, surreale, dirompente, esilarante; il quarto e senza dubbio più riuscito film di Mel Brooks, inserito al tredicesimo posto nella classifica delle migliori commedie di sempre dall’American Film Institute… per due notti da urlo e un Halloween che unisce horror e humor, nel nome di IGOR!

FRANKENSTEIN JUNIOR. IL CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO AL CINEMA sarà distribuito da Nexo Studios in versione restaurata digitalizzata in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.

ELEAZARO – GRANDE FIGLIO DI P***NA

Giovedì 5 dicembre – Teatro Politeama, FanO

Grande figlio di p***a è il terzo spettacolo di Eleazaro e quello che lo proietta nel gotha della drammaturgia, alla sinistra di Carmelo Bene e alla destra – ma leggermente spostato in diagonale di un paio di centimetri – di Gian Maria Volonté.

Un trattato di umanità e umorismo – mai volgare – che procede fermo e sicuro nel solco tracciato dal principe della risata: Totò.

Spettacolo in costume – l’artista è travestito da se stesso – e completamente privo di fumi e raggi laser, fatta eccezione per quelli procurati all’interno degli spettatori tramite il soffocamento indotto dall’atarassia.

Ecco una serie di temi che non verranno assolutamente trattati durante la rappresentazione di quello che i più noti quotidiani nazionali, escluso Il Messaggero, hanno definito “capolavoro”:

  • la probabile acquisizione da parte della multinazionale John Deere dell’italiana Carraro Group
  • l’utilizzo di liquidi ad altissima pressione nel taglio dei metalli
  • la precoce dipartita di Michela Murgia (scrittrice)

Gli introiti verranno devoluti nella loro interezza all’agenzia delle entrate degli Emirati Arabi Uniti.

IL REGISTA SIMONE MASSI INCONTRA IL PUBBLICO

Sabato 7 settembre18.00 21.00

✨Il regista Simone Massi incontra il pubblico di INVELLE al Cinema Politeama di Fano

Illustratore, narratore e Regista. Vincitore del David di Donatello per il miglior documentario nel 2012, Simone Massi è uno dei più importanti artisti italiani viventi.

📆 SABATO 7 SETTEMBRE
📍Cinema Politeama, Fano
🎦 Al termine della proiezione di INVELLE delle h 21.00

INVELLE è il suo primo lungometraggio. Racconta la storia di Tre bambini, in diverse epoche del Novecento, 1918, 1943 e 1978, attraversano le guerre mondiali e gli anni di piombo. Alle tematiche da sempre care a Massi, come la terra, la memoria, la civiltà contadina, si aggiunge il filo rosso della Resistenza.

Simone Massi sarà al Politeama per condividere con tutti Voi l’esperienza della lavorazione del film e rispondere alle vostre domande.

🗣️introduce Francesco Appoggetti, Cinefortunae
🤝Evento in collaborazione con Cinefortunae

📢L’accesso sarà consentito anche agli spettatori che hanno assistito alla proiezione di INVELLE delle h.18.00

Tre bambini, in diverse epoche del Novecento, 1918, 1943 e 1978, attraversano le guerre mondiali e gli anni di piombo. A raccontare i quarantamila fotogrammi disegnati a mano uno per uno ci sono le voci di Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Giovanna Marini, Achille Massi, Gemma Massi, Toni Servillo e Filippo Timi.

Difficile verbalizzare Invelle, il primo lungometraggio animato di Simone Massi presentato in concorso a Orizzonti alla 80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Partire dal titolo può tornare utile: “invelle”, in dialetto marchigiano, significa “in nessun posto”. In effetti Simone Massi racconta un non luogo popolato di ricordi, di persone anonime che hanno attraversato gli orrori della guerra senza premi, né medaglie, e senza finire sui libri di storia.

Alle tematiche da sempre care a Massi, come la terra, la memoria, la civiltà contadina, si aggiunge il filo rosso della resistenza, riportato anche cromaticamente nel film, in bianco e nero tranne appunto dei dettagli rossi. A scomparire inesorabilmente, con il progredire degli anni e l’avvicendarsi delle generazioni, è la civiltà contadina. Massi la “riporta in vita” ripercorrendo, attraverso lo sguardo di tre bambini contadini in tre diverse epoche del Novecento – le due guerre mondiali e gli anni di piombo – la storia del Novecento, con uno sguardo politico preciso, rigorosamente antifascista.

L’obiettivo dichiarato è mostrare a chi guarda come le storie, le più piccole, quelle “della provincia della provincia della provincia”, solo apparentemente insignificanti, di fatto si incontrino con la Storia, la segnino pur nell’invisibilità, e finiscano per scontrarsi con gli eventi più sconvolgenti del nostro Paese. Che cosa resta di noi, della nostra storia e della Storia che attraversiamo? Questo il quesito che attraversa inquieto e ribelle il lavoro di Massi, la cui risposta sta proprio nella messa in risalto della gente che resta invisibile, che non verrà mai celebrata con illustri vie o piazze, ma che la Storia l’ha fatta e subita, come ha subito la guerra e le sue devastanti conseguenze sulla propria pelle.

LA HAINE – L’ODIO di Mathieu Kassovitz con Vincent Cassel, Hubert Koundé e Saïd Taghmaoui.

Domenica 19 Maggio18.45      
Lunedì 20 Maggio21.00 Versione originale sottotitolata in italiano 🇫🇷🇮🇹
Mercoledì 22 Maggio21.00

🎦L’ODIO di Mathieu Kassovitz con Vincent Cassel, Hubert Koundé e Saïd Taghmaoui.

#Fano#SoloalPoliteama

Ventiquattr’ore nella vita di #Vinz#Hubert e #Saïd, tre amici della banlieue parigina all’indomani degli scontri tra forze dell’ordine e civili dopo i quali un ragazzo del quartiere, Abdel, si ritrova in fin di vita a causa dei soprusi violenti della polizia. I tre, carichi di rabbia e con una pistola tra le mani, meditano su come vendicarsi.

Tre protagonisti dai caratteri opposti, tre modi di affrontare la vita, tre modi di essere incazzati e una sempre personalissima idea di rivalsa. Una vicenda che ancora oggi è cronaca quasi quotidiana, raccontata in modo tanto accattivante da ricevere il premio per la miglior regia al Festival di Cannes nel 1995 e diventare punto di riferimento della cultura urban da lì a venire.

👉 𝐀𝐜𝐪𝐮𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐭𝐮𝐨 𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐨 𝐞𝐝 𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚 𝐬𝐮𝐛𝐢𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐬𝐚𝐥𝐚
🖥️Dal tuo PC
📱oppure dal tuo telefono
↪️Collegati al sito:  https://shorturl.at/hjxL4

#CiVediamoAlPoliteama#nonmancate

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#Cinema#Fano#VisitFano#CinemaincentroFano#Politeama#PoliteamaFano#cinemafano#ilcinemadifano#nontuttoilcinemasoloilmeglio

IL MIO VICINO TOTORO di Hayao Miyazaki

Martedì 26 Dicembre10.30 

COLAZIONE DI SANTO STEFANO AL POLITEAMA

🥐 𝐎𝐫𝐞 𝟏𝟎.𝟎𝟎: 𝐂𝐎𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 (𝐜𝐚𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚, 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐢)
🎞️ 𝐎𝐫𝐞 𝟏𝟎.𝟑𝟎: 𝐈𝐍𝐈𝐙𝐈𝐎 𝐏𝐑𝐎𝐈𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈
🎫𝐈𝐍𝐆𝐑𝐄𝐒𝐒𝐎 €8.00

A volte per vivere un’emozione bisogna aspettare più di trent’anni. Tanti ne sono passati infatti da quando apparve nei cinema giapponesi Il mio vicino Totoro, diretto da Hayao Miyazaki , già regista di culto in patria grazie ai successi di Nausicaa e Laputa. Con Totoro il regista raccontava per la prima volta il mondo a lui più caro, quello dei bambini, in cui il dettaglio più insignificante rappresenta una grande scoperta e un sentiero poco battuto è l’inizio di una grande avventura.
La storia, ambientata negli anni ’50, racconta l’indimenticabile estate vissuta dalle sorelle Satsuki e Mei (la prima di 11 anni e la seconda di 4) , trasferitesi assieme al padre a Matsu no Gô, un piccolo villaggio di campagna circondato da foreste, campi coltivati, fiumi e molte risaie, lontanissimo dagli stereotipi del Giappone supertecnologico, per stare più vicine alla madre, ricoverata in ospedale per una malattia.
La piccola Mei, dopo aver esplorato la casa e i dintorni, s’imbatte in una piccolo e curioso animaletto bianco con due buffe orecchie:seguendo le sue tracce, giunge ad un altissimo albero di canfora al cui interno vive Tororo, lo spirito dei boschi, una enorme creatura pelosa e morbida. Totoro si dimostrerà gentile con le due bambine e permetterà loro di ritrovarsi quando Mei, allontanatasi per portare un regalo alla madre, si perderà nel dedalo di stradine in mezzo al verde.
In Totoro l’inventiva e la creatività di Miyazaki sono ai massimi livelli: la “famiglia” di Totoro, le piccole entità fatte di fuliggine, il soffice e sornione Gatto-Bus (che i bambini possono conoscere “dal vivo” al Museo Ghibli in Giappone), l’incredibile intelligenza e poesia di alcune sequenze (l’attesa dell’autobus sotto la pioggia, forse la più emozionante nella sua garbata semplicità) dimostrano il valore assoluto della pellicola.
Una fiaba moderna, un film dichiaratamente per bambini ma dal quale, come in tutte le pellicole di Miyazaki del resto, anche gli adulti possono e dovrebbero trarre insegnamento. Qui è racchiusa l’intera poetica miyazakiana: c’è l’amore per l’ambiente, per i bambini, il rimpianto per un passato in cui la società ra più grabata e gentile verso il prossimo.
Ciò che stupisce, ma non troppo, del film, è la sua innata freschezza a trent’anni di distanza dal suo esordio nei cinema nipponici. Un’opera indispensabile, graziata, per una volta, da un adattamento italiano encomiabile. 

GREMLINS di Joe Dante

Martedì 26 Dicembre10.30 

COLAZIONE DI SANTO STEFANO AL POLITEAMA

🥐 𝐎𝐫𝐞 𝟏𝟎.𝟎𝟎: 𝐂𝐎𝐋𝐀𝐙𝐈𝐎𝐍𝐄 (𝐜𝐚𝐟𝐟𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐢𝐚, 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐢)
🎞️ 𝐎𝐫𝐞 𝟏𝟎.𝟑𝟎: 𝐈𝐍𝐈𝐙𝐈𝐎 𝐏𝐑𝐎𝐈𝐄𝐙𝐈𝐎𝐍𝐈
🎫𝐈𝐍𝐆𝐑𝐄𝐒𝐒𝐎 €8.00

Rand Peltzer, inventore, ha trovato un regalo natalizio perfetto per suo figlio Bill: un piccolo mogwai tenero e buffo. Per allevarlo basta rispettare tre regole: non esporlo alla luce del sole, non dargli del cibo dopo la mezzanotte e non dargli mai dell’acqua. Sarà sufficiente che il piccolo Pete infranga inavvertitamente una delle regole perché inizi la trasformazione da docili cuccioli a temibili gremlins.

Joe Dante non è mai stato solo un regista bensì un appassionato cultore di film di genere che ha potuto rivisitare in modo originale nel suo cinema. Basta osservare con attenzione l’incipit di questo film per trovarci la voce narrante dell’inventore stravagante, la Chinatown di innumerevoli pellicole di varie epoche e la cittadina immersa in un’atmosfera natalizia tanto stereotipa (con citazione di Frank Capra quasi d’obbligo) da poter essere sadicamente messa a soqquadro.

Non è un caso poi che Bill dia da mangiare al mogwai dopo la mezzanotte mentre in tv passa L’invasione degli ultracorpi (ognuno può divertirsi a riconoscere citazioni e omaggi). Da quel momento in poi il clima festivo e il quieto vivere domestico (vedi la soffiata di naso nelle tende) verranno progressivamente scardinati e da un genere (la commedia) si travalicherà in un altro (l’horror). Da quel momento i gremlins iniziano a saccheggiare, uccidere, devastare.

Ma fanno anche di più (cinefilicamente parlando) e dileggiano il classico dei classici: Biancaneve e i sette nani, E’ come se Dante in questo film rivisitasse la sua infanzia da spettatore (e quella di tanti suoi coetanei) con i sorrisi ma anche con le paure che il cinema ‘per bambini’ (quello disneyano in primis) non lesinava.

Volendo però si può anche andare oltre nella lettura simbolica e vedere nei teneri mogwai/gremlins l’immagine speculare che l’adulto/genitore crede di scorgere confusamente nei propri figli: soggetti fragili e teneri ma pronti a sconvolgere il suo mondo e le sue certezze mostrando un aspetto tanto nascosto quanto temibile.