IL REGISTA SIMONE MASSI INCONTRA IL PUBBLICO

Sabato 7 settembre18.00 21.00

✨Il regista Simone Massi incontra il pubblico di INVELLE al Cinema Politeama di Fano

Illustratore, narratore e Regista. Vincitore del David di Donatello per il miglior documentario nel 2012, Simone Massi è uno dei più importanti artisti italiani viventi.

📆 SABATO 7 SETTEMBRE
📍Cinema Politeama, Fano
🎦 Al termine della proiezione di INVELLE delle h 21.00

INVELLE è il suo primo lungometraggio. Racconta la storia di Tre bambini, in diverse epoche del Novecento, 1918, 1943 e 1978, attraversano le guerre mondiali e gli anni di piombo. Alle tematiche da sempre care a Massi, come la terra, la memoria, la civiltà contadina, si aggiunge il filo rosso della Resistenza.

Simone Massi sarà al Politeama per condividere con tutti Voi l’esperienza della lavorazione del film e rispondere alle vostre domande.

🗣️introduce Francesco Appoggetti, Cinefortunae
🤝Evento in collaborazione con Cinefortunae

📢L’accesso sarà consentito anche agli spettatori che hanno assistito alla proiezione di INVELLE delle h.18.00

Tre bambini, in diverse epoche del Novecento, 1918, 1943 e 1978, attraversano le guerre mondiali e gli anni di piombo. A raccontare i quarantamila fotogrammi disegnati a mano uno per uno ci sono le voci di Marco Baliani, Ascanio Celestini, Mimmo Cuticchio, Luigi Lo Cascio, Neri Marcorè, Giovanna Marini, Achille Massi, Gemma Massi, Toni Servillo e Filippo Timi.

Difficile verbalizzare Invelle, il primo lungometraggio animato di Simone Massi presentato in concorso a Orizzonti alla 80ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Partire dal titolo può tornare utile: “invelle”, in dialetto marchigiano, significa “in nessun posto”. In effetti Simone Massi racconta un non luogo popolato di ricordi, di persone anonime che hanno attraversato gli orrori della guerra senza premi, né medaglie, e senza finire sui libri di storia.

Alle tematiche da sempre care a Massi, come la terra, la memoria, la civiltà contadina, si aggiunge il filo rosso della resistenza, riportato anche cromaticamente nel film, in bianco e nero tranne appunto dei dettagli rossi. A scomparire inesorabilmente, con il progredire degli anni e l’avvicendarsi delle generazioni, è la civiltà contadina. Massi la “riporta in vita” ripercorrendo, attraverso lo sguardo di tre bambini contadini in tre diverse epoche del Novecento – le due guerre mondiali e gli anni di piombo – la storia del Novecento, con uno sguardo politico preciso, rigorosamente antifascista.

L’obiettivo dichiarato è mostrare a chi guarda come le storie, le più piccole, quelle “della provincia della provincia della provincia”, solo apparentemente insignificanti, di fatto si incontrino con la Storia, la segnino pur nell’invisibilità, e finiscano per scontrarsi con gli eventi più sconvolgenti del nostro Paese. Che cosa resta di noi, della nostra storia e della Storia che attraversiamo? Questo il quesito che attraversa inquieto e ribelle il lavoro di Massi, la cui risposta sta proprio nella messa in risalto della gente che resta invisibile, che non verrà mai celebrata con illustri vie o piazze, ma che la Storia l’ha fatta e subita, come ha subito la guerra e le sue devastanti conseguenze sulla propria pelle.